REFERENTE: |
Rehana Ferdous, Marilena Manfredi |
AREA GEOGRAFICA: |
Bologna |
BENEFICIARI DIRETTI: |
Donne immigrate |
AMBITO D'INTERVENTO: |
Donne ed empowerment |
Il progetto "La prevenzione non ha colore" nasce nel 2012, grazie al finanziamento per il 50° di IMA S. p. A, e ai successivi finanziamenti della Fondazione Carisbo e di Manager Italia, e si propone di rispondere al problema dell’alta incidenza di tumore alla cervice uterina e al seno che si riscontra nelle popolazioni ad alta pressione migratoria.
Nonostante per alcune forme di tumore (all’utero, al seno, al colon-retto) esista la possibilità di una diagnosi precoce, grazie ad un percorso codificato di screening effettuato dal Sistema Sanitario Nazionale, purtroppo, le donne straniere accedono più raramente al servizio rispetto alle donne di nazionalità italiana. Infatti, per quanto non esistano statistiche e specifiche ricerche, due questioni sono ben note ai servizi socio-sanitari: la non intercettabilità delle donne immigrate irregolari, che sono completamente sconosciute ai servizi socio-sanitari e alle quali il progetto è particolarmente rivolto; la difficoltà di coinvolgere le donne con regolare permesso di soggiorno che, pur ricevendo le convocazioni per gli esami di screening, non si presentano. I motivi per cui questo avviene sono molteplici e delicati, a partire da motivazioni culturali fino alla sottovalutazione del pericolo.
Il progetto “La prevenzione non ha colore” è triennale e prevede una proposta di "anticipazione diagnostica", avvicinando le donne tramite enti già esistenti, come gli Sportelli Comunali, uffici sindacali, CAF, CARITAS, centri di assistenza vari, ecc. con diretta pubblicità cartacea in lingua o creando, in collaborazione con gli enti già citati, specifiche occasioni di incontro di gruppo.
Il progetto è condotto da tre associazioni, Pace Adesso - Peace Now, Fondazione ANT - Italia ONLUS e Manos Sin Fronteras - Italia, le quali mettono a disposizione le proprie conoscenze ed esperienze per la realizzazione di un programma di interventi al fine di indirizzare le donne che ne hanno diritto principalmente verso i servizi pubblici e le donne immigrate irregolari o con particolari difficoltà (ad esempio connesse a motivi culturali e limitazioni familiari) verso servizi specialistici che possano dare gratuitamente un responso diagnostico certo ed eventualmente anche offrire possibilità di terapia. Nel caso di esito positivo delle analisi, il progetto si impegna a seguire le donne fino ad un accompagnamento verso la fase terapeutica.
Nei successivi due anni e mezzo dall’inizio del progetto, "La prevenzione non ha colore" ha allargato il proprio raggio di azione, costruendo una rete che include una pluralità di soggetti e realtà: organizzazioni di lotta contro la tratta e la prostituzione, enti quali lo Screening e la Medicina Legale AUSL Bologna, il B.T.P.T. (Bologna Transcultural Psychiatric Team), gli uffici CISL, CGIL e la Provincia di Bologna (con questi ultimi è stato stipulato un Protocollo di Intesa il 9 Gennaio 2014). La struttura di questa rete è stata fondamentale per dare risposta ai complessi problemi incontrati.
Si desidera sottolineare, quale aspetto innovativo del progetto, che l'azione prevista ha come primo importante obiettivo di promuovere una maggiore consapevolezza di sé e del proprio corpo, in relazione alla tutela della propria salute. Pertanto possiamo definire "La prevenzione non ha colore" come progetto di Inclusione Sociale.
Per aggiornamenti sull'andamento del progetto si prega di consultare la voce:Aggiornamenti del progetto.
Leggi: Estratto del progetto.